“Viviamo in gran parte di quello che ci è stato trasmesso da coloro che ci hanno preceduto. La tradizione, è un insieme di scritti, di idee, di invenzioni, di abitudini alle quali ci riferiamo ancora oggi e che rappresentano l’eredità del passato”, Paolo Lai.
Esiste un luogo, in cui il tempo si è fermato: questo luogo è la “Casa Campidanese Lai –
Atzeni”, che sta da oltre cento anni a Monserrato. Grazie alla passione che ha sempre
contraddistinto i proprietari della casa (Ottavio Lai, Silvana Atzori ed il loro figlio Paolo Lai) nelcustodire gelosamente gli oggetti, gli articoli ed i cimeli di famiglia e nel raccogliere per oltre 40 anni, da amici e conoscenti, attrezzi antichi, con alcuni acquisti mirati”.
Non appena si varca la soglia della Casa (la cui costruzione, iniziata nel 1917, venne ultimata dopo circa cinque lunghi anni di lavoro) si respira davvero l’atmosfera del passato: ogni visita, viene guidata dalla voce e memoria storica del proprietario, il quale funge da vero e proprio cicerone, rendendo il tutto, ancora più affascinante.
In origine è appartenuta al Sig. Carmelo Lai ed alla Sig.ra Maria Assunta Atzeni.
La struttura è stata realizzata interamente in ladiri, la terra cruda usata nelle tipiche case
campidanesi, mentre la copertura della maggior parte degli ambienti, è composta da un’orditura di travi in legno con finitura in coppi sardi.
La casa presenta il classico stile architettonico “campidanese” ed è ricca di oggetti e strumenti dell’economia contadina locale.
Il museo si articola in vari ambienti e le varie attrezzature, sono disposte per aree di utilizzo: si parte da “Su Procciu”, in cui troviamo il carro e tutti i finimenti del cavallo, il magazzino, in cui troviamo l’angolo del fabbro, l’angolo del pastore, tutti gli attrezzi per la semina e raccolta del grano, l’angolo del bottaio e del “Maistr’e carru” (colui che costruiva i carri), fino ad arrivare alla zona per la lavorazione e raccolta dell’uva, attività per la quale Monserrato, è rinomata in tutta la Regione. Passiamo per il cortile, nel quale troviamo l’angolo del muratore, l’angolo del pescatore e tutti gli aratri che venivano utilizzati per la lavorazione della terra; arriviamo alla “Lolla” ed alla cucina (ambiente conservato in maniera intatta dal 1917), per poi giungere alla camera da pranzo ed alla camera da letto, arricchite di mobili di metà ‘800.
Ogni ambiente, curato nei minimi dettagli, viene costantemente rinnovato affinché i visitatori,
possano trovare delle novità ad ogni loro visita.
La camera da letto
La camera da letto, in sardo “Apposentu ‘e lettu”, della casa campidanese risale alla metà
dell’Ottocento. Il letto matrimoniale è coperto da un copriletto in raso e da lenzuola interamente ricamate a mano che riportano le iniziali della vecchia proprietaria, Cardia Emanuela, madre di Maria Assunta Atzeni. Nel comodino veniva riposta la sveglia dei primi Novecento, l’acqua santiera e il messale per le preghiere. Nella parte basse sbucano due vasi da notte detti “orinalis”, uno in ferrosmalto e uno in ceramica. A fianco si trova la culla del neonato detto “Su Brazzolu” dove il bambino poteva dormire fino all’età di oltre un anno. Le pareti sono arricchite da immagini sacre fra le quali ci sono le statue del Gesù Sacro Cuore fine ‘800, alla quale si attribuiscono miracoli ed una in legno, rappresentante Sant’Antonio da Padova.
La sala da pranzo
“S’apposentu bonu” o sala da pranzo, era il luogo di ricevimento degli ospiti, lo spazio di
rappresentanza del ceto di appartenenza, in questo caso sicuramente agiato. Qui trovano
spazio i mobili risalenti ai primi del ‘900 e dei servizi in oro zecchino, risalenti a fine ‘800.
Inoltre, troviamo un’ampia sezione dedicata alla raccolta di fotografie, immagini sacre e raccolte letterarie, inerenti la storia e la cultura Monserratina.
Il pezzo pregiato, è sicuramente, è il vestito di battesimo “Sa bambina”, risalente ai primi del
Novecento.
La cucina
La cucina detta “Sa coxina“, è formata da alcuni pezzi di arredo tipici: “Su parastaggiu po’ su
strexiu e ferru”, ossia piccoli utensili in ferrosmalto e “is schidonis bonusu”, protetti da carta
velina. Oltre al classico camino, troviamo un frigorifero: un piccolo baule in ferro, il quale venivariempito di ghiaccio che all’epoca, veniva prodotto nella fabbrica del ghiaccio di Monserrato, avvolto nei sacchi e distribuito nelle case coi carretti.
Troviamo la zona di lavorazione del cibo con “sa mesa de fai su pani” con i suoi contenitori: “sa scivedda” dove si impastava la farina per il pane, “su canisteddu” usato per deporre la pasta del pane già lavorata e in lievitazione; “Sa Crobi” per conservare il pane già cotto. Il setaccio detto su “starazzadori” veniva usato per filtrare la semola dalla farina più fina. La tavola è imbandita con una tovaglia in lino ricamata a mano della metà dell’ottocento con le iniziali della vecchia proprietaria (Cardia Emanuela) così come il copriletto della camera da letto, ed un servizio di ceramica di piatti e posate, sempre della metà dell’ottocento. Sul lato destro si trova la zona cottura detto “Is Forredus”, con fornello alimentato a carbone dove si cucinava il cibo per la famiglia.
Il loggiato
Nella “lolla”, delimitata da due archi in mattoni sardi, trovano dimora altri attrezzi facenti parte
della tradizione: macchina da cucire, macchina per la cucitura delle scarpe e macchina per
cardare la lana.
Il magazzino
In “Su magasinu”, è presente un’ampia collezione dei vari attrezzi tipici di una economia
agricola basata sull’autoconsumo: trovano ampio spazio gli attrezzi del fabbro, del bottaio, del pastore, dalla semina alla mietitura del grano ed ovviamente, l’angolo viti-vinicolo.
Il porticato
In “Su procciu”, troviamo il carro di cavallo con tutti i finimenti annessi ed inoltre, tutti gli attrezzi
inerenti l’aratura dei campi.
La stanza “minestrone”
In questo ambiente, dal nome un po’ bizzarro, trovano ampio spazio vari tipi di oggettistica:
troviamo l’angolo del bambino il quale spazia dai quaderni e testi scolastici/religiosi dell’epoca, ai giochi di un tempo ormai andato. Trova spazio anche l’angolo che ha rappresentato gran parte della vita lavorativa del proprietario: l’arte del barbiere con tutta l’attrezzatura usata tanti anni fa.
Una sezione apposita, è stata dedicata alle forze armate, con l’esposizione di calendari e dei
cappelli ed alcuni cimeli rarissimi, risalenti alla Seconda Guerra Mondiale.
Il cortile
Nell’area cortilizia, trovano spazio l’angolo del muratore, l’angolo della pesca ed ulteriori attrezzi per l’aratura dei campi.
Nell’immobile, è presente l’impianto di videosorveglianza e di antifurto oltre a vari estintori, (a
garanzia della sicurezza antincendio), posizionati in vari punti del fabbricato.
È presente su Facebook, la pagina inerente la casa, nella quale potrete trovare tra l'altro, vari album fotografici inerenti alcune manifestazioni alle quali abbiamo partecipato:
https://www.facebook.com/CASALAIATZENI/, mentre da pochissimo tempo, è stato realizzato anche il profilo Instagram: casa_lai_atzeni.
Monserrato, lì 21 Novembre 2020
Lai Ottavio, Atzori Silvana, Paolo Lai
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